In queste ore ne stanno parlando tutti e quindi sono certa che il mio punto di vista non tolga o aggiunga nulla alla questione ma ci tengo comunque a scriverlo qui.
Mi riferisco, ovviamente, alla notizia delle violenze di Harvey Weinstein e alla pletora di commenti sessisti e biechi che hanno invaso il web.
I grandi travolgimenti della vita, i colpi inferiti al corpo, i cortocircuiti della mente e le prevaricazioni di ogni tipo – da quelle più evidenti alle loro espressioni più rarefatte – generano spesso azioni lontane anni luce da quel tipo di equazioni, di solito semplicistiche e grette, con cui spesso si argomenta sul web o nei bar.
Quindi, vi prego, difendete sempre le vittime di una violenza, a prescindere da chi siano, non perdetevi in analisi che francamente non vi competono, accettate di non avere un’opinione, siate empatici e rispettosi nel silenzio, nell’assenza di giudizio.
Bisognerebbe amare il proprio pensiero a tal punto da regalargli sempre un’occasione per cambiare traiettoria e bisognerebbe darsi la possibilità di accettare l’esistenza di ciò che è invisibile, di quello che si trova nascosto nelle pieghe e nei segreti di ognuno di noi.
Non siamo giudici, non siamo censori.
Il web ci dà l’idea che tutto vada analizzato ai raggi X e che si richieda sempre e comunque un nostro parere sulla vita (in genere degli altri) ma voglio essere onesta con voi: non è affatto così.
In alcune situazioni, quelle più fortunate, avrete il peso specifico di una goccia nel mare e la vostra (unica) grande occasione per influenzare il corso delle sue onde sarà quella di sospendere il giudizio, di partecipare alla sofferenza e allo sconcerto con il silenzio.
E poi, diffidate profondamente di chi ha un’opinione certa, cieca e granitica su tutto.
Molta parte delle nostre certezze si sfalderebbero miseramente, se fossero messe di fronte a un grande schianto. Ricordatevelo sempre quando vi sembrerà che i conti delle storie che vi trovate ad analizzare non tornino. Pensate a come stareste male voi. Pensate a quanto potrebbero uccidervi le vostre stesse parole.
Si parla molto spesso della solidarietà femminile come di qualcosa che dovrebbe renderci tutte amiche e solidali ma la vera sorellanza è quella umana.
Il futuro non è donna, il futuro è umano.
La vostra umanità conta molto più di quanto vi possa sembrare, non trattatela mai come accessoria. Forse non salverà destini ma di certo non contribuirà ad affossarli del tutto.
Buona serata a tutti,
Camilla
Zelda was a writer
APPROFONDIMENTI
- Sul “caso Harvey Weinstein” ma, soprattutto, sulla necessità di non fare confusione tra vittime e carnefici, vi consiglio questa intervista a Michela Murgia —> «Grazie Asia Argento per aver raccontato: il problema non sei tu, ma questo Paese» – di Greta Privitera, Vanity Fair
- Qui ho scritto dell’importanza della complessità di giudizio
- Grazie alle Città invisibili di Italo Calvino, ho ragionato sul diritto all’oblio in questo post
- Tiziana Cantone l’ho raccontata qui e non la dimenticherò mai.