Qualche giorno fa, ho condiviso su facebook il video di uno dei miei lavori più rocamboleschi, promettendo a me stessa di confezionare un post in cui avrei parlato di tutti i lavori che ho fatto fino ad oggi. Il mio cv o qualcosa di simile…
L’idea mi sembrava simpatica: avrei potuto condividere la mia esperienza e raccontarvi cosa avevo imparato, mi sono detta che avrebbe potuto rispondere ai crucci professionali che mi palesate via mail ed essere utile persino a me stessa, per fare il punto di una situazione piuttosto arzigogolata.
Tutto era perfetto, almeno fino a quando non ho aperto WordPress: in pochi minuti la mia idea si è rivelata un azzardo dalle proporzioni colossali. Il motivo? Ho fatto troppi lavori, tutti diversi e assolutamente estemporanei. Un post non sarebbe bastato.
Ci provo oggi e non è detto che ci riesca. Questo post sarà lunghissimo. Me ne scuso già adesso, dopo una manciata di righe.
Ho iniziato a lavorare durante gli anni dell’università.
Non vi parlerò dei miei primi impieghi da baby sitter, da hostess o di quando ero commessa in un enorme centro commerciale alle porte della città, con una divisa che prevedeva un solo guantino nero. A detta della famosa catena di profumerie francese per cui lavoravo, il guantino spaiato serviva per esaltare meglio il prodotto che si mostrava agli avventori ma sui clienti sembrava sortire un effetto di grandissima pena, visto che uno su tre mi chiedeva se mi fossi fatta male.
Ricordo che non appena presi uno stipendio decente comprai un orologio a mia madre. Entrai in un negozio del centro, dopo aver studiato la vetrina per circa venti minuti, e dissi che ero indecisa tra due tipi di orologi (non era vero, avevo già scelto), restando un’altra buona mezz’ora ad analizzarli. Tornai a casa con il mio pacchetto e attesi quel 25 dicembre e come poche volte nella vita.
Finalmente, camminavo da sola.
A quel tempo lavoravo già nel meraviglioso negozio di Prada, in piena galleria Vittorio Emanuele, a Milano. Era un negozio di enorme fascino storico e ci arrivai in qualità di ragazza pacco. Impacchettavo qualunque cosa durante le vacanze di Natale, seguendo regole precise che non ho mai smesso di trovare affascinanti.
Per esempio, lo sapevate che un pacco fatto bene – con piegature tattiche, intendo – non ha bisogno del nastro adesivo? L’idea è che, ricevendo il dono, il fortunato sciolga il fiocco (no ai doppi nodi, per carità!) e, magicamente, la carta da regalo si dischiuda, evitando strappi e regalando la sorpresa. Io questa cosa la ignoravo ma credo che non me la dimenticherò mai più.
Gli anni da Prada li ricordo con tantissimo amore. Il fatto di affrontare lunghe sessioni di lavoro e poi di tornare a concentrarmi sullo studio ha dato valore al tempo e mi ha permesso di procedere spedita con l’università. Ed è strano perché, sulla carta, avrei pensato si trattasse di un piano fallimentare, che avrebbe solo allungato drammaticamente la mia vita da studentessa. Il lavoro mi ha regalato metodo e senso del tempo.
Ho avuto colleghi meravigliosi in quegli anni e una direttrice, la signora Ornella, che mi ha insegnato rigore e classe. Non sono mai diventata una commessa ma un passo avanti l’ho fatto: da ragazza pacco sono stata promossa a ragazza tax free. In pratica, dal mio desk a forma di fagiolo, ho aiutato persone provenienti da ogni dove a compilare i loro documenti per il recupero dell’Iva alla dogana.
Con la mia nuova occupazione ho fatto mille viaggi del mondo, ho imparato a salutare in tutte le lingue, ho studiato i modi di fare di popoli che vivevano agli antipodi e ho spiegato in vari idiomi dove trovare i famosi attributi del toro della Galleria… Non pensate sia facile, almeno non prima di averlo spiegato a uno stratosferico modello di Honolulu.
In quel periodo ho realizzato quanto fosse necessario essere disponibili con tutti, senza sconti o differenze di sorta. Grazie a questa scuola sul campo, ho capito la fatica di ore passate in piedi, sempre gentili, sempre scattanti, sempre propositivi. So essere gentile fino alla nausea con ogni commessa che incontro sulla mia strada, perché so perfettamente cosa significhi fare il suo lavoro.
La scuola di Prada mi è servita anche successivamente quando, durante gli anni di Loro Piana – anni in cui, da ragazza tax free divenni commessa a tutti gli effetti – ho incontrato una signora importantissima di cui, per garbo, ometterò le generalità.
Era molto silenziosa e per certi versi dimessa, non la riconobbi affatto quando entrò nel negozio di via Montenapoleone e la servii come fosse la più importante delle regine. Prese un guantino da golf (ancora un guanto spaiato, dev’essere karma) e pagò con una Amex nera. Il colore della carta mi fece capire che poteva realmente essere una regina, quando lessi il suo nome fui fiera di non aver giudicato i suoi abiti.
Capitano delle fortune, quando sei disposta a metterti in gioco. Capita che tu arrivi in un’Azienda, convinta di fare un buon lavoro stagionale e che questa poi ti ripaghi, investendo su di te. E così, dopo una cena aziendale in cui ringraziavo tutti per la bella esperienza vissuta, mi fu chiesto se avessi voluto lavorare nell’ufficio stampa interno dell’Azienda. Risposi di sì.
Eccolo lì: un altro periodo importantissimo della mia vita. Di giorni intensi e grasse risate. Tanta umanità, tanto lavoro, tanti pacchi da portare ovunque, tante mail a cui rispondere, tanti capi da far uscire/rientrare dall’Azienda per shooting fotografici.
Tante lezioni da imparare. Ho imparato ad avere a che fare con un mondo di persone non sempre facili, non sempre disponibili a comprendere i miei ritmi. Ho conosciuto i tempi veloci, i minuti che sembrano fare eternamente la differenza.
Anche in questo caso, non ho più smesso di trattare con gentilezza tutti gli uffici stampa che ho incontrato negli anni successivi perché so, so tutto.
L’Azienda mi ha offerto uno stage retribuito, in pratica ha investito sulla mia formazione. Vorrei ringraziare la famiglia Loro Piana e i dirigenti di allora perché, anche se non si ricordano di me, io so che devo loro moltissimo.
Lasciato il mondo della moda, e grazie alla mia amica di studi Susanna che già ci lavorava da qualche tempo, sono entrata nel mondo più bello che abbia mai conosciuto: la Radio.
Poco dopo la laurea, ho varcato la soglia di una radio di musica classica e finanza e ci sono rimasta per due anni.
La mia conoscenza della musica classica era nì, quella di finanza era decisamente no. Ce l’ho messa tutta e sono rimasta.
Ho studiato, imparato, assorbito, non ho mai dato nulla per scontato. Ho compiuto anche dei grossi errori, sia chiaro!
Cosa facevo? Lavoro di redazione per un programma di finanza, pillole giornalistiche di meteo per un servizio telefonico, inserti dedicati al mondo dell’arte, radiogiornali e pure tante, tantissime interviste telefoniche e dal vivo. Devo a Radio Classica il mio incontro con Agota Kristof, Jonathan Safran Foer ed Ennio Morricone.
Ricordo benissimo il timore di aver schiacciato il tasto sbagliato e di non aver portato a casa nulla. Non è mai successo per tutti i riti scaramantici con cui ho preparato ogni momento decisivo ma alcune volte sono stata a un passo dalla tragedia!
In un giorno come tanti sono andata in voce. Ricordo che mi dissero: domani vai in voce. E il giorno dopo ero in diretta. Due ore di diretta al giorno.
Ho collezionato tanti di quei batticuore da far impallidire un cardiologo.
La radio è stata ed è la mia droga legalizzata. Non sono mai stata più felice di quando avevo il mio programma, incontravo artisti di tutti i tipi, recensivo libri e dischi, parlavo con gli ascoltatori e annunciavo la musica.
Tutto questo ha raggiunto il suo meraviglioso apice due anni dopo, a Radio Lombardia, quando ho condotto per alcune stagioni Camillibus, un bus ideale sul quale, ad ogni fermata, salivano personaggi tra i più disparati.
Grazie alla radio ho intervistato nomi mitici, gente che ha lasciato un segno indelebile nel mio vissuto, persone che sono diventate amiche speciali e poi tantissimi scrittori, tantissimi musicisti. Il mio direttore Luca Levati, la mia amica Elenina, il Debe, Sara, Antonio e la redazione giornalistica. Non ho dimenticato nessuno.
La radio è stata l’occasione per cui non mi sono mai preparata: è arrivata ed è stato amore immediato, infinito. In radio tornerei domani.
Qualche anno fa, seppi di un casting per voci maschili presso una (famosissima) radio e mi presentai. Il responsabile dei provini, dopo avermi comunque ascoltato, mi disse che, nonostante l’impegno dimostrato, io restavo sempre e comunque una donna.
Rimasi a fissare il microfono per una manciata di secondi, certa che quello non sarebbe stato un addio.
Grazie alla radio e ai millemila radiogiornali condotti sono diventata giornalista.
Anche questo fatto non era preventivato e anche in questo caso ho dovuto studiare tantissimo. Ripensandoci, credo che sia stato l’ultimo tra i grandi esami della mia vita.
Essere diventata giornalista e non aver quasi mai fatto il mio lavoro mi ha sempre fatto pensare al paradosso del nostro momento storico: più sei formato e meno ti vogliono performante.
Nonostante tutto, non mi sento affatto triste o rinunciataria: sento che certi fatti accadono per portarci ad altri fatti.
Se non avessi avuto la mia Associazione Bastian Contrari (ci vorrebbero ore per parlare del mio incontro con la preziosa socia Clelia) con cui per anni ho lavorato nella promozione e comunicazione di eventi altrui, mi sarei trovata triste e a piedi, dopo che la radio mi aveva lasciato a casa.
E se la mia carriera giornalistica non si fosse arenata, forse non avrei aperto questo blog. Non avrei incontrato Justine, Gaia, tutti voi. Forse non avrei approfondito il mio amore per la fotografia, forse non avrei pubblicato il mio Farfalle in un Lazzaretto.
Nelle pause tra un periodo e l’altro, è successo di tutto e francamente fatico a ricordarlo come si dovrebbe.
Vi racconto alcuni dei lavori più lontani dai miei studi: ho fatto le mani per il magazine di Art Attack (giravo per la città con scope di saggina sottobraccio e altre diavolerie utili a creare calendari perpetui e nidi di cicogna), ho scritto di paperine e paperini (grazie ai miei amici Alessandro e Alessandro, con cui ho passato stagioni meravigliose di lavori davvero complessi e, nonostante tutto, appassionanti), ho scritto il soggetto di un cortometraggio di cui vado molto fiera, ho fatto l’assistente di una cantante di cui sono e sarò fan imperitura, ho contato più di 7000 fotogrammi per il video di Cesare Cremonini (poi, visto che servivano dei figuranti mi sono inserita anche io, con la mia socia Clelia, il suo compagno Matteo, la mia amica Chicchetty e un suo amico)…
… e ho fatto la fidanzata di un rapper nerd in ben due video (qui e qui) in cui avrei dovuto occuparmi della produzione per un amico (i testi sono di quel genio della mia cugi Vaitea)…
E ora, alla fine di questo lungo post autoreferenziale, cosa mi preme dirvi?
Che i drammi o i successi conducono sempre a qualcos’altro. Il tutto sta nel continuare a camminare, a chiedersi, a voltare pagine. Nell’essere disposti a cambiare sempre pelle e a fidarsi del Destino.
Spesso questo qualcos’altro è una naturale conseguenza di ciò che abbiamo fatto, un riconoscimento, un ulteriore passo avanti nella strada intrapresa. Ma capita di frequente che esso sia il risultato di un’ingiustizia dei tempi o delle contingenze, che provochi una drammatica involuzione nei nostri piani.
Io mi sono sempre chiesta se quest’ultima tipologia di guai fosse o meno un’opportunità per cambiare rotta. E non sempre ho avuto gli strumenti per rispondere alla domanda. A volte ci ho pianto lacrime amare, altre volte ero pronta per cambiare e in fondo li ringraziavo. Non è stato sempre facile e veloce come può farvi apparire questa storia ma se c’è una cosa di cui vado fiera è il fatto di essermi sempre seguita. Su tutto il resto sto lavorando… Dalla regia mi dicono che la strada è ancora lunga e tortuosa e che no, in fondo non si finisce mai di imparare, di sistemare la rotta.
Ci vuole fortuna, è vero, la giovane età (ora non più tanto giovane) era dalla mia, ma per il resto è stato ed è tutto un gioco di incastri, di fatalismo e di estrema praticità in cui sono tornati ad essermi utili i consigli della signora Ornella, la fiducia dei signori Loro Piana, i serrati tempi radiofonici, gli infiniti fotogrammi di un video musicale, la pazienza di una commessa o quella (da santificare) di un ufficio stampa, la leggerezza di un lavoro da simil attrice e, infine, la sensazione – stupenda – di essere parte attiva del mio destino lavorativo e, perché no, anche personale.
Scusate la verbosità.
Buona giornata!
Camilla
Zelda was a writer
Ho letto il tuo post tutto d’un fiato, con gli occhi sognanti, come quando leggi un libro bellissimo.
Alla fine resta in me un sorriso amaro, di chi la speranza la perde di vista spesso. Perché se parliamo di lavoro, oggi più di ieri è difficile trovare la propria strada e nessuno ti dice “vai in voce”. Tu ti sei guadagnata ogni singola evoluzione, ma forse era meno difficile ricevere un’occasione.
Grazie per aver condiviso con noi un pezzo della tua vita.
Ciao Sara!!!
Grazie <3
Non sono così convinta che oggi sia più difficile (considera che sono cose che mi sono capitate sette anni fa... Non sono una vecchietta! Ahahahahah!). Oggi è più difficile trovare il lavoro impacchettato e pronto per l'uso ma ci sono tantissime nuove vie, nuovi sbocchi che prima erano assolutamente impensabili. Diciamo che sta cambiando una forma mentis e con lei tutto un sistema o forse è il contrario...
Non è facile essere nel mezzo e la situazione economica del momento non aiuta di certo, ma ti invito a non perdere la speranza e a pensare che capiterà presto che qualcuno ti dica "vai in voce", magari in un posto piccolissimo e sconosciuto ma di certo decisivo per il tuo cammino!
In bocca al lupo di cuore ;)
Grazie Camilla per questo post!
Io ho qualche anno meno di te e sono in uno di quei momenti di stallo dove sai che devi andare avanti, ma non sai esattamente da che parte. Il tuo post mi ha fatto riflettere sull’importanza di questo genere di momenti e su come si possa trarre beneficio da essi.
Grazie di cuore!
Alice
Ne sono felicissima, Alice!
In bocca al lupo con tutta me stessa!
condivido in pieno e capisco perfettamente cosa vuoi dire, è successala stessa cosa me, più di una volta!
se non mi avessero licenziata (con contratto a tempo indeterminato) per riduzione del personale nel negozio dove lavoravo da 3 anni (e dove o ero felice)e mezzo probabilmente (anzi senza probabilmente, SICURAMENTE NO) non sarei mai partita per andare a vivere a manchester con un ragazzo conosciuto 4 mesi prima… che ora è mio marito.
se non avesse chiuso l’ultimo negozio al centro commerciale dove ho lavorato (odio il centro commerciale) non avrei mai fatto due stagioni in magazzino, scoprendo che mi piace fare fatica e sporcarmi le mani più che stare in una bella vetrina. E non avrei imparato a cucire… con tutto ciò che ne è seguito e che sai.
sono contenta che tu abbia scritto questo post perché mi sentivo un po’ strampalata a pensare che fino ad ora chiusa una porta mi si era sempre aperto un portone. invece mi stai confermando che spesso è così!
quindi evviva a noi!
Evviva la curiosità e i tentativi!
Evviva noi, sì!
Un bacio!
Grazie di aver condiviso la tua esperienza Cami. E’ vero, ci vuole fortuna e a volte fa male, fa un male cane e ci si vorrebbe fermare.
Ma non si puo’, perche’ alla fine, come scrive Mark Strand in una sua bellissima poesia, ci si muove per tenere tutte le cose insieme.
Un bacio
Ci si muove per tenere tutte le cose insieme.
Sarà la frase di oggi!
Mille baci, cara Manu <3
Lo ammetto, non ti leggo spessissimo.
Anzi, ti seguo più su Instagram che non qui.
Però oggi, anzi, in questo momento un po’ particolare della mia vita, leggere queste tue parole mi ha fatto capire che non c’è nessuna esperienza che dobbiamo buttare o di cui dobbiamo avere rimpianti/rimorsi.
Tutto serve a farci crescere e, forse, mi dico che dovrei davvero credere un po’ di più nel Destino o come lo si vuole chiamare. Chè se mi mette su certi binari anzichè altri, un motivo ci sarà.
Magari non lo capirò ora, che mi sembra sempre di non stare esattamente dove vorrei salvo poi non sapere dove voglia stare davvero, ma sono certa che prima o poi anche io riuscirò a mettere insieme i pezzetti del puzzle.
Scusa se questo commento ti sembrerà un po’ strampalato.
Tra l’altro….una cosa che non ho ancora capito anche se magari lo hai ripetuto alla nausea: ma se volessi partecipare al Book Eater Club come faccio? :)
..che mi sembra sempre di non stare esattamente dove vorrei salvo poi non sapere dove voglia stare davvero| mi ha fatto pensare a una citazione di frida kahlo: Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev’essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io. Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me. Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te.
Un caro saluto,
Christelle
Citazione che definire calzante risulta riduttivo. E’ esattamente quello che sento ora.
Qualcosa mi sa che approfondirò un po’ di più la mia conoscenza (inesistente) di questa signora Frida. :)
bacio.
;)))
Benvenuta qui, dunque!
Mi piace moltissimo il tuo commento! Sai, i bilanci uno li fa a mente fredda… La vita nell’esatto momento in cui la stai vivendo è cosa diversa e non sempre facile da decodificare ;)
L’importante è non avere paura e tentare con tutte le nostre possibilità di essere felici <3
Per il BookeaterClub ---> mercoledì 25 febbraio, all’Appartamento Lago di Milano, ore 19. Con il libro di Nadia Terranova letto! Un bacio :)
Hai ragione, l’importante è non avere paura :)
E qualcosa mi dice che ho trovato il prossimo libro da leggere….. :D
<3
Ciao Camilla, la cosa che più mi colpisce al cuore della tua storia è la tua capacità di vedere e comunicare la bellezza e il sogno. La tua Storia è che un costante allenamento verso il Positivo e il tenace orientamento al Migliore. Ti stimo molto.
La Dani (non so mai se ti ricordi di me… sono la Dani degli uccelli… uahahahha così sembra brutto da dire!!!)
La Dani degli uccelli!!! Certo che mi ricordo :))))
Tento, cara Dani, e non vorrei neppure apparire un campione di ottimismo assoluto.
Ci sono giorni di nessuno, brutti e neri, ma io tento, come meglio mi riesce!
In bocca al lupo per tutto!
Ho letto questo post tutto d’un fiato ed era esattamente quello di cui avevo bisogno in questo periodo!
Io per la mia età sono un po indietro, laureata e ferma allo stop commessa ma spero presto di trovare nuove avventure e da questo post ho trovato un pochetto di coraggio!!
Ti leggo sempre ma non spesso scrivo.. complimenti, per tutto!!
Erika
In bocca al lupo, cara Erika, per tutte le nuove tappe che ti aspetti e per quelle che ti sorprenderanno positivamente!
Tra una linea di febbre e l’altra. .ho aperto twitter..mentre ascoltavo una playlist di Cremonini sul telefono..
Arrivo al tuo post..lo apro e comincio a leggere..puoi di certo capire i brividi che ho avuto quando arrivo alla parte del video e stavo ascoltando proprio Mondo..
È un periodo difficile..difficilissimo x molti..me compresa..trasferita dalla terra di nessuno (il Gargano) in questa piiiiiccola realtà che è Milano..che mi ha completamente sballottata a destra e manca alla ricerca più che mai di me stessa..
E non nego che ci sono giorni in cui il mio pessimismo farebbe arrossire Leopardi. .
Ma altri giorni in cui hai la carica giusta per affrontare tutto e per mettere in gioco quello che di meglio puoi donare.
Sono d’accordo con te quando dici che dalle piccole cose..e sopratutto da quelle che non ti aspetti a volte ci vengono regalate le esperienze più belle e formanti. .
Sei una persona formidabile Camilla. .e io sono contenta di averti scoperta x caso 3 anni fa..qualche settimana dopo essermi trafserita qui..
Ti abbraccio
Ale
Dolce Alina, che ti passi la febbre, prima di tutto!
E che siano giorni buoni e di sorriso!
Grazie sempre e mille abbracci stritolanti!
Se hai ancora dubbi sul fatto di aver pubblicato questo post, beh, dimenticateli cara Camilla (scusa se ti chiamo per nome ma ora, dopo tutto questo, mi sembra di conoscerti)!
Non avevo idea di tutte queste belle cose che hai fatto e che ti hanno portato ad essere quella che sei, ad essere la persona che ammiro (rinnovo sempre, oggi di più, il desiderio di poterti incontrare di persona, un giorno, e di poterti dire grazie per farmi scoprire libri, mondi, bellezze nascoste, di infondermi fiducia nel mondo quando la perdo), quindi grazie per averlo condiviso, perché penso che possa essere da esempio: tu non ti arrendi mai, non ti sei arresa e ti meriti tutto quello che hai adesso. Dimmi qual è il segreto per non arrendersi mai anche quando il mondo ti crolla addosso!
Comunque, tornando al post, mi è piaciuto tanto, così tanto che vorrei un bis!
Mille abbracci!
Cara Valentina,
non ho consigli sul “non arrendersi mai”, ahimè. Sono una persona che tenta di trovare sempre il buono di ogni situazione ma vivo come tutti gli andamenti delle mie paure e delle incertezze. Mi salva il fatto di sentirmi finalmente nelle cose che volevo fare ed esprimere e il sentimento di gruppo che da qualche tempo mi lega a con poche selezionate persone. Con loro mi sento forte, utile e propositiva.
Spero di aver risposto alla tua domanda e che i prossimi mesi ti regalino quello che aspetti!
Un sorriso
Provare, farsi domande, andare avanti, certe che ogni passo che facciamo ci porta da qualche altra parte. A volte sono successi e riconoscimenti a darci lo slancio, ma spesso anche dagli smarrimenti e dai cambi di rotta possono partire nuove strade. L’importante è non sentirsi mai arrivati ma sempre in divenire!
Bellissimo il tuo CV alternativo ;-)
Grazie!!! Esatto, sempre in perenne divenire… in fondo cosa c’è di più bello di questo?
Baci molti <3
Cara Camilla, ti seguo e ti leggo sempre con molto piacere e curiosità. Oggi ti ho letto con molto entusiasmo ed empatia, è troppo facile aprire la bocca e lamentarsi della situazione storica che stiamo attraversando, e so quanto può essere facile perché a me per prima a volte è capitato di rifugiarmici in quel lamento. Ti ho letto che neanche ero scesa dal letto o alzato la tapparella per scoprire quali condizioni climatiche ci riservava la giornata… Beh qui piove, ma oggi sono così carica che non m’importa! Grazie :-)
Ne sono felice, Christelle!!!
Grazie per le tue parole: sono un regalo!
Da tutte le esperienze fatte, hai colto degli insegnamenti che ti sono serviti per trovare la tua strada. Pian piano, imparando da tutti e condividendo le tue capacità stai facendo un bellissimo cammino, ed io sono contenta di poterti leggere e scoprire un pochino in ogni post.
Grazie
Un bacio forte, cara Claudia!!!
Grazie come sempre per il tuo sostegno :)
Seguo il tuo blog da tanto tempo, è come entrate in una stanza magica ogni volta che leggo. È la prima volta che commento però… Forse ho scelto di farlo adesso perché le tue parole arrivano ora, mentre faccio un bilancio e cambio rotta.
Tutte le esperienze servono, c’è un perché anche per quelle più disparate… Quanto a quelle inaspettate, possono rivelarsi splendide sorprese
Sono davvero felice che tu ti sia palesata!
In bocca al lupo con il cuore!!!
Cara Camilla,
ho iniziato a seguirti da poco per caso e tutti i giorni vengo a curiosare perché sei una persona speciale e originale, mi piaci!!!!
pensa il tuo post arriva a pennello, oggi faccio il 13° anno nella stessa azienda…una cosa bruttissima! è ora di dare una svolta! cambiare cambiare fare nuove esperienze! che ne pensi?
Ciao Serena!
Non è detto che 13 anni di Azienda siano il male, se tu ti trovi bene!
Ci dicono troppo spesso come condurre la nostra vita ma la verità è che ogni esistenza ha le sue regole e i suoi ritmi!
Se tu sei felice, continua sulla tua strada… Non è un posto che ci cambia, siamo noi a farlo costantemente!
Baci forti!
mi rivedo nell’esperienza di commessa: l’essere gentili, cortesi, a disposizione senza essere invadenti, sono caratteristiche che mi sembra di non ritrovare spesso quando entro in un negozio.
è un lavoro faticoso, bello e importante.
ho lavorato a eurodisney e ho imparato tanto. mi indispone tantissimo la commessa che mentre ti “serve” parla male del gestore, o di una collega, con un’altra collega, o si esprime in modo volgare, o racconta fatti suoi… come se quello non fosse il suo lavoro, come se si trovasse a passare. per non parlare di quelle che, se non compri nulla, ti guardano come se si trattasse dell’estrema onta! oppure, se vuoi provare qualcosa… “guardi, se mi dice che poi lo acquista glielo faccio provare”.
farei fare a tutti 8 giorni di université disney!!
tutti a Eurodisney!!!
:)))
Un abbraccio forte!
grazie di questo bellissimo post, proprio oggi dove sono piena di dubbi su quello che faccio!
Grazie a te per avermelo scritto qui!
In bocca al lupo per tutto!
Il tuo ottimismo è contagioso!
Grazie!!!
Nelle tue parole c’è una luce sempre, una “luccicanza” che consente punti di vista ulteriori e che illumina le esperienze facendole diventare storie, racconto…
il racconto di te fatta di una voce e mani che sanno fare pacchi perfetti e occhi per le cose che contano, i dettagli.
Ci insegni che gli incontri sono incontri, occhi negli occhi, in una radio con un artista o in un negozio con una persona da seguire. E sono “qualcosa di simile” alla bellezza, perché ci rendono unici, come unica sei tu. Siamo le mani che sanno fare pacchi, la voce che parla alla radio, la fiducia che si ripone in noi o no, le possibilità che siamo, ciò che diciamo o che taciamo. Grazie per il racconto di te <3
Grazie a te, Simonetta!
Le tue parole sono una bellissima coccola!
Credo di essere nata senza pazienza, non so aspettare, vorrei tutto e subito, o almeno sapere quel che succederà… Mi accorgo però che più cresco e più imparo ad affidarmi, a vivere senza sapere quel che sarà a non crucciarmi che tanto se una cosa deve o non deve accadere sarà esattamente così e sicuramente molto meglio di come avevo immaginato! Il tuo post dice proprio questo, mi piace leggere conferma delle mie stesse ansie ma anche della certezza che a volte basta solo fermarsi e ricalcolare il percorso! Baci
Una volta ho sentito una canzone (di cui non ricordo né titolo né autore) che diceva circa così : scoprire improvvisamente che dormire non è affatto una perdita di tempo. Ok, magari era più carina di così…
Ma la verità è che anche l’attesa, il silenzio e la stasi producono energia buona e in movimento. Mai sottovalutarli!
Mille sorrisi!
Oddio amo quel video e non mi ero mai accorta ci fossi anche tu!!!
Comunque, leggere questo post è stato un tuffo nella speranza; mi hai regalato un po’ di fiducia nel futuro.
Chissà che l’accontentarsi di oggi -condito con impegno e creatività e coraggio e fortuna- non ci premi con qualcosa domani.
Grazie!
Alice
Premierà se gli regali la possibilità di essere comunque un fatto importante, di crescita ed evoluzione!
In bocca al lupo ;)
Mi serviva proprio questo,oggi.
Ogni singola parola. Chi trottola tra un’esperienza e l’altra senza apparente logica, non sempre è senza direzione.
Mi serviva ricordarlo.
Grazie :)
Essere multidisciplinari (o bipolari… vedi Camilla/Zelda) è il barbatrucco di questi tempi!
Baci!!!
Ho aperto il tuo post su due pagine per poterti riempire di parole man mano che lo stavo leggendo (sì lo so psycho)…
Ma com’è il pacchetto che non ha bisogno di nastro adesivo? Ci fai un tutorial un giorno?
Che lavori affascinanti, io mi sono pagata l’università lavorando in un call-center eh insomma, non è come lavorare in radio o fare la ragazza tax free. Poi mentre scrivo penso che forse è il modo in cui si prendono le cose, o il modo in cui si impara da ciò che si è stati…
:) Grazie!
No, aspetta, ho fatto anch’io sessioni di scrivania e telefono. Infinite ore di scrivania e matite. Telefoni centralina con mille pulsanti, capaci di regalarti sempre un nuovo errore
Straordinario.
Non so perchè (ancora), ma questo post mi sta ispirando idee a non finire.
Grazie Camilla!
Bene!!! Ne sono felice!
Tienimi aggiornata ; )
Grazie per aver condiviso la tua storia Camilla!
Il tuo post casca a fagiolo, perche´anche se sto vivendo il mio sogno e sto facendo i salti mortali per poter continuare a rimanerci, in queste settimane intoppi e rifiuti vari mi hanno fatta sentire una caricatura grottesca di Don Quichotte. Sentirsi ricordare l’importanza di avere fiducia nelle svolte improvvise e in generale nel futuro mi ha fatto tornare la voglia di sorridere.
E’ sempre bello come intrecci e svolte apparentemente disgiunti l’uno dall’altro contribuiscano a formare il nostro sentiero ed e´bello come un po’ tutti ci ritroviamo come marinai in queste vite non lineari.
E’ vero poi, come tu spieghi perfettamente, che il tutto sta nell’essere aperti a qualsiasi esperienza ci si ponga davanti e a trarre lezioni che ora sembrano inutili, ma che domani costituiranno un prezioso mattone.
Buona fortuna per ciò che verrà. E po’ l’auguro anche a me, che ho completamente perso la rotta.
Sei straordinaria Camilla. Perché un post così non è da tutti e non per tutti…mi hai raccontato la tua vita e lo hai fatto lasciandomi col fiato sospeso come fosse un thriller, mi è sembrato di leggermi e di sognarmi tra le righe, perdendo il senso della realtà tra la mia e la tua vita.
Sulla commessa posso dirti che si, hai perfettamente ragione, è una scuola di pazienza non indifferente, tuttora sono felice per aver avuto la necessità di farlo. Di andare avanti, di non mollare. Ora che questo futuro mi sorride di progetti traballanti ma fatti di parole…ho paura ma ci sono.
Scrivo, vivo, lavoro, cammino.
Un bacio e un abbraccio enorme.
Che bella avventura è la vita per chi la sa attraversare con entusiasmo, cuore e mente aperta e occhi pieni di magia.
Gentilezza, apertura mentale, nessun pregiudizio e voglia di imparare sempre.
In questo tuo racconto mi sono rivista e mi hai fatto ripensare a tutto il mio percorso fino ad oggi … e per questo ti ringrazio. Mi hai fatto battere il cuore.
sai cosa pensavo mentre lo leggevo? Ho esordito…dai vedi che sotto c’è tanta preparazione? vedi che è una gemelli… vedi che se una vale e ha voglia si da da fare….poi vedi che la positivià premia. Poi ho pensato lo faccio leggere a mio marito. Speriamo che nostra figlia sia così.
Piena di qualità e determinazione..
Non mollare mai.
Ti stimo un sacco!
Ti voglio bene Camilla!!!!!!!!!!!!!
Letto tutto d’un fiato, sei speciale.
sempre bello leggerti, mi fa un bene alla mente e al cuore che non immagini ! sei veramente speciale! vorrei anche io avere un briciolo della tua grinta e della tua capacità di saperti mettere in gioco con allegria, caparbietà umiltà e costanza! bravabravabrava!
“E’ stato ed è tutto un gioco di incastri, di fatalismo e di estrema praticità”.
Non diciamoci cavolate: non è il periodo, la crisi, l’euro, la brexit, gli alieni, kim kardashian.
Anche oggi è possibile: il mondo è nelle mani di chi si rimbocca le maniche, fa la gavetta, ingoia rospi, macina sogni, scrive diari, immagina cose, realizza quelle cose, si stressa, piange, batte i piedi, serve crispy mcbacon per pagarsi un master, pensa “non ce la farò mai” e invece ce la fa sempre.
Sei di grande ispirazione, non ti conosco bene ma dopo questo post sono sicura che non me ne perderò nemmeno uno.
Da una tua neo-fan all’inizio della sua (incrociamo le dita) carriera.
Ho letto il tuo post tutto di un fiato e mai una volta, giuro, ho pensato “è stata fortunata”. Ho pensato semplicemente “ci ha lavorato e raccoglie i risultati” e forse la tua unica grande fortuna è quella di essere così come sei, ossia una ragazza pronta ad afferrare al volo le opportunità che la vita le pone davanti via via.Ti auguro di essere sempre così, i risultati continueranno a ripagarti. Io ho perso il classico lavoro della vita a 42 anni e da lì in poi mi sono reinventata varie volte e oggi, alle soglie dei 47, non so ancora cosa farò da grande. Da un lato paura, dall’altro curiosità e voglia di saltare, ma un bel po di rammarico per non essere stata pronta a cogliere certe occasioni quando potevo, per questo il tuo post mi piace, perché è un messaggio che sprona a provarci, che è poi sempre la cosa giusta! Avanti così, bravissima, sii orgogliosa.
Stefy
Ho scoperto solo adesso il tuo blog… ho letto questo articolo e mi sono ritrovata in molte cose! sono stata anche io una ragazza pacco e una commessa dall’infinita pazienza… tante piccole esperienze che, come te, reputo importanti per raggiungere chi siamo! Ho una passione per la radio, purtroppo, non coltivata ma chi sa… mai dire mai! ;)