Buongiorno a tutti!
Sono reduce da un’intensa full immersion nell’Arte (sono stata a Vicenza per visitare la mostra Tutankhamon Caravaggio Van Gogh – La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento e ve ne parlerò quanto prima) e la sensazione di bellezza e voglia di curiosare, cercare, creare ha raggiunto picchi esponenziali!
Oggi – non potevo farlo che oggi – dopo essermi svegliata con l’entusiasmo di una settimana nuova che comincia e mille intuizioni per la testa, voglio parlarvi de L’artista sei tu! di Anne-Laure Witschger, un libro edito da Terre di Mezzo (un altro, altrettanto creativo e della stessa casa editrice, lo trovate recensito qui).
Sfogliandolo, vi troverete tra le mani un albo coloratissimo e interattivo, capace di introdurvi nella creatività di ben sette personalità artistiche indimenticabili che hanno tracciato un solco profondo – materico e denso di concetto – nella Storia dell’Uomo.
Georges Seurat, Henry Matisse, Piet Mondrian, Yves Klein, Andy Warhol, Jackson Pollock e Jean Dubuffet: ecco chi vi terrà compagnia per tutto il libro!
In L’Artista sei tu! ogni artista viene presentato brevemente, attraverso una scheda che ne sottolinea il periodo storico, le origini e le peculiarità della sua azione artistica. Ogni scheda informativa è seguita da due meravigliose pagine baciate che invitano il lettore a seguirne l’esempio e a produrre con la sua sensibilità.
Chiamateli esercizi di stile o giochi da tavolo pieno zeppo di colori e pennelli, io li trovo semplicemente irresistibili!
L’invito a sporcare la carta è evidentemente rivolto ai vostri bambini ma vi assicuro che potrebbe rappresentare una magnifica occasione di creatività espansa e familiare. Un modo, insomma, per giocare con l’arte, liberare istinti produttivi e svuotare la testa dalle incombenze e dai fastidiosi impegni del quotidiano!
Adoro questo genere di pubblicazioni perché aiutano il nostro bisogno di estensione in maniera esponenziale, ispirano la sperimentazione fine a se stessa e ravvivano i nostri sensi, troppo spesso sedati per mere necessità di spazio e tempo.
Una lunga e silenziosa sessione di colore e linee, ritagli e composizione, punti e schizzi può renderci persone davvero migliori e ognuno di noi sa quanto questo sia urgente per i nostri giorni!
Inoltre, trovandosi a ripercorrere traiettorie e fatiche di un artista, il lettore può arrivare a capire il senso intimo di certi lavori, la fatica della realizzazione, l’abilità tecnica di chi l’ha pensata.
Azzardo un’ipotesi: forse, con le mani in pasta – una pasta sofferta, cercata, modellata tra le più grandi gioie e i dubbi più fagocitanti – si può arrivare a rispettare maggiormente l’artista e ognuno dei suoi mille tentativi. Una cosa molto simile all’idea di calzare i mocassini altrui…
L’educazione all’Arte, la sua paziente lettura, il suo silenzioso avvicinamento, non è solo l’insegnamento dell’eleganza e della composizione. Se così fosse, avrebbe molti (troppi) punti in comune con un corso di buone maniere o, ammesso che esista, con un workshop di accostamento tattico tra i colori del proprio abbigliamento.
C’è di più. L’avvicinamento all’Arte è un fatto civile, un gioioso o faticoso (dipende dagli incontri) gioco di riflessi in cui un tentativo di espressione ci guarda, si riconosce in noi o ci ripudia malamente.
E noi? Noi che siamo lì, di solito in piedi, alla ricerca di un senso, un codice, un sentimento. A volte ci avviciniamo alla tela, a volte respiriamo la stessa aria di chi l’ha forgiata. Spesso fuggiamo offesi o abbassiamo lo sguardo intimiditi. Spesso non capiamo o non vogliamo capire.
Ma sempre, ogni sacrosanta volta, non possiamo far altro che accogliere o scagliare, comprendere o denunciare. Lo facciamo da fermi, come colonne doriche, o da indemoniati, come il ballo scomposto e tellurico di un gruppo di maori.
L’Arte non è mai un fatto neutro: provoca emozioni che frullano e impastano i più reconditi ambiti del nostro cuore. A volte rimodella convinzioni, altre volte cementifica punti di vista vitali. Il punto è che con il suo passaggio non saremo mai più uguali a prima. Saremo esseri volteggianti ma pur sempre solidi, pronti a cambiare di continuo.
L’Arte ci educa all’ascolto e a uno sguardo – sia benedetto, questo sguardo – capace di ascoltare e pensare, molto prima di diventare preda delle nostre mille barriere, dei preconcetti, delle paure.
E così, un popolo educato a questo tipo di sguardo non potrà mai guardare il suo nemico senza intravedere anche una sola lacrima, piccola e intimidita… La lacrima delle pene ataviche che agitano le sue stesse notti.
Buona settimana a tutti!
Camilla
Zelda was a writer
Cara Camilla, sono felice di aver letto questo tuo post. Perché non fai un giro sul nostro sito http://www.artkids.it? La nostra passione per l’arte ci ha portato a mettere a punto vari “prodotti”che avvicinino i bambini a questo splendido mondo, avendo come punto di partenza la convinzione che si impara FACENDO.
Sarebbe bello potertene parlare, magari dal vivo.
Ho letto il commento sul libro “L’artista sei tu”, lo volevo comprare ma ho visto ke è esaurito, peccato!