Il fatto più importante dell’ultimo BookeaterClub in Rizzoli Galleria siete stati voi.
Voi e la voglia di esserci, di comunicare il vostro punto di vista, di ascoltare gli altri, di essere disposti a cambiare idea, a coinvolgere gli altri in un ragionamento.
Sono giorni che vado in giro dicendo una sola parola: INCREDIBILE.
Incredibile una tale presenza, non tanto numerica (che è stata già essa stessa INCREDIBILE) ma di pensiero, di cuore, di impegno.
Inizio a preoccuparmi seriamente: ho iniziato a scandire la parola I-N-C-R-E-D-I-B-I-L-E anche nella mia mente, quando mi ritrovo in silenzio e lontano da tutti, come se dovessi ricordare prima di tutto a me stessa quello che siamo riusciti a creare insieme.
Non si tratta di un evento, non si tratta di riempire una sala o di vendere libri: il BookeaterClub è qualcosa che alimenta la speranza, allontana la cultura dalle torri d’avorio e la rende un fatto gioioso, condivisorio, foriero di nuove domande, di amicizia, di panorami oltre il muro. Credo sia per questo motivo che continuo ad amarlo follemente.
Anche rispetto a quello che vi scrivevo ieri, ogni volta che finisce il BookeaterClub, porto come un voluminoso bagaglio di fiducia. È il sentimento galvanizzante del non sentirmi sola, di avere rintracciato nel mare magnum di opzioni, parole gridate, fatti più grandi di me una dimensione in cui posso crescere senza sentirmi tragicamente minuscola.
Secondo me è quando ci si sente così, quando si ha la percezione di essere al limite dell’invisibile, che lo stimolo a cambiare, a tentare di fare, a ipotizzare imprese si annulla in un drammatico “cosa vuoi che cambi”.
La Cultura ha l’enorme pregio di stappare chakra.
“Stappare i chackra” è un’espressione scherzosa che uso spesso per definire un rivelazione, una sorpresa, un meccanismo che gira su stesso per tanto tempo e che poi, a un tratto, si libera e regala nuova aria, nuovi movimenti.
La Cultura libera e permette di percepire sentire il mondo attraverso frequenze più intime, più profonde. Dopo i regali del sapere, del chiedersi, del sondare non si sarà mai più gli stessi e ogni fatto, ogni dettaglio, sarà un tassello che si incastra nel fitto mosaico della vita, non l’elemento di una timeline che scorre senza dare valore al suo ritmo.
Proprio in questo senso, il gruppo ci ha regalato una volta incommensurabile di azione: durante la data di gennaio abbiamo raccolto un considerevole gruzzoletto per la Siria mentre la scorsa settimana ci siamo concentrati sull’emergenza freddo di Milano, raccogliendo capi di abbigliamento per la Casa della Carità di Milano.
Riporto una stralcio della mail di Francesca, responsabile della raccolta, ricevuta all’indomani del nostro incontro.
Carissima Camilla,
prima di tutto: GRAZIE! Grazie per la bellissima serata di ieri e per averci aiutato nella raccolta di indumenti e anche a far conoscere un po’ di più la Casa della carità.
Abbiamo contato tutto quello che abbiamo raccolto e siamo davvero contenti! È andata alla grande!
Ecco quindi qualche numero:
- 42 maglie pesanti
- 1 pantalone
- 1 pigiama
- 4 sciarpe
- 5 berretti
- 2 paia di guanti
- 2 impermeabili
- 1 giacca a vento
- 1 giacca smanicata
- 11 maglie intime
- 20 paia di calze
- 10 paia di mutande
Siete stati molto generosi e si è visto benissimo che ognuno ha voluto mettere un pezzo del suo cuore per aiutare le persone che bussano ogni giorno alla nostra porta. Grazie, grazie davvero!
Tra qualche ora apre il guardaroba per le docce pomeridiane e porterò alle nostre valide volontarie i sacchetti, saranno sicuramente felicissime!
Pensa che 42 maglie è più o meno il numero di indumenti che vengono dati in una sola giornata di apertura delle docce. Insomma, oggi i Bookeaters offriranno un indumento caldo, un caldo abbraccio a chi vive per strada. Penso sia un gesto davvero molto bello!
Grazie ancora, Camilla, e un abbraccio,
Francesca

La foto è stata scattata da Francesca, dalla Casa della Carità
Per chi chiedeva come aiutare la Casa della Carità a distanza, ecco la pagina delle donazioni: www.casadellacarita.org/dona.
Francesca mi scrive che con le donazioni possono individuare quello che manca al guardaroba e portare avanti una raccolta più strutturata e utile. Inoltre, se scriverete nella causale della donazione “Zelda”, vi arriverà un ringraziamento scritto dai ragazzi di questa fondazione cittadina, giovani e pieni di voglia di fare e di dare.
Mi accorgo di avere scritto moltissimo, me ne scuso!
Ci vediamo giovedì 16 febbraio dalle 19, in Rizzoli Galleria. Portate la tessera e la vostra bellissima energia.
Parleremo di Maeve Brennan e dei suoi La Visitatrice e La Sposa Irlandese, entrambi editi da BUR.
Chi volesse iniziare a stringere la mano a Maeve Brennan, può leggere Zitelle di Kate Bolick, ne ho parlato qui.
Se siete nuovi del book club e volete avere maggiori informazioni, trovate tutto o quasi qui.
Buona lettura!
Camilla
Zelda was a writer
– Grazie a Cristiano per le foto di questo post –