“La Misura di Tutto”, il mio romanzo per Magazzini Salani è uscito lo scorso 31 ottobre.
Le presentazioni inizieranno questo mercoledì 7 novembre alle 18.30, in Rizzoli Galleria – per l’occasione sarò accompagnata da Daniela Collu “Stazzitta”.
Gli altri appuntamenti li potete trovare qui. Ci vedremo a Padova (con Martina Fuga), a Torino (con Francesca Crescentini “Tegamini”) e a Roma.
Oggi voglio raccontarvi qualcosa di più sul viaggio dei miei tre protagonisti attraverso l’Italia.
Nina parte con Gerri e Cesare alla volta di Lampedusa. L’isola è il luogo in cui Gerri è nato, lo stesso che ha lasciato poco più che maggiorenne, per assecondare un istinto artistico che in quel piccolo lembo di terra non avrebbe mai potuto alimentare.
Gerri si libera di Lampedusa, ma poi ci ritorna, richiamato da un appello dei suoi cittadini ma, soprattutto, da un bisogno improvviso di ritornare alle origini.
I tre attraversano l’Italia percorrendo un generoso tratto della sua costa occidentale. Partono da Milano diretti a Roma ma molto presto decidono di spezzare il lungo tragitto con un gioco: a turno, ognuno dei tre deciderà il luogo in cui sostare fino alla meta finale.
Tre le tappe prima di arrivare a Roma: Pietrasanta, Antignano e le terme del Bullicame (Viterbo). Altrettante quelle prima di Lampedusa: la Certosa di Trisulti (Frosinone), Bacoli (Napoli) e Palermo. Prima di arrivare a Lampedusa, inoltre, Nina si fermerà a Porto Empedocle, visitando la meravigliosa Baia dei Turchi.
Questo gioco mette in circolo forti ricordi personali e veicola incontri con persone di tutti i tipi, in luoghi magnifici e spesso dimenticati.
Viaggiare attraverso lo Stivale per Nina significa ridefinire il suo rapporto con l’Italia, un rapporto di nutrimento e privazione, di amore sconfinato e delusioni cocenti.
In questa ridefinizione affiorano alla mente nomi celebri e persone comuni, tutti eroi di un Paese abituato ai grandi proclami, ma affetto da troppe colpevoli amnesie.
Ne “La Misura di Tutto”, l’Arte ha un’importanza sostanziale.
L’Italia è quel posto in cui basta aprire le finestre di una minuscola frazione dimenticata dalle carte geografiche per trovare tracce di bellezza e di armonia.
Il nostro Paese si confronta con l’arte continuamente e la sua fruizione costante, anche quando inconsapevole, ha forgiato un senso non comune per la composizione e le proporzioni.
I personaggi de “La Misura di Tutto” attraversano l’Italia e ne incontrano le sue meraviglie culturali per risanare una statua, l’unica di un museo perso nel mare, che sembra essere stata seriamente compromessa da un fulmine improvviso.
Per gli isolani, l’Atena di Sciatu Persu è tutto. Un nume tutelare in un periodo di grande incertezze e dolori, la Madonna pagana a cui confidare pene e speranze, a cui chiedere di spezzare la catena di morte che soffoca i confini del loro piccolo universo.
Il senso di urgenza con cui la cittadinanza si attiva è quello che dovrebbe muovere ognuno di noi nel tutelare e rispettare il nostro immenso patrimonio artistico.
L’arte non è solo un’esperienza estatica, ma un fatto civile. L’arte allena lo sguardo e l’empatia, riempie i vuoti di significati, agisce come potente collante tra mente e cuore, riattiva parti dell’Io antico che non credevamo di possedere.
Le statue acefale di questo libro sono due: l’Atena dell’isola (statua presente nel Museo Archeologico delle Pelagie, ma che non si chiama “di Sciatu Persu”) e la Nike di Samotracia, che compare in copertina e nei sogni di un Gerri bambino. L’unica preghiera della sua vita è spesa per lei, perché non si ritrovi mai più la sua testa.
Certe mancanze, per la mente di quello che diventerà il più grande scultore della sua generazione, sono l’occasione più grande per liberare la fantasia e permetterle di costruire mondi e storie del tutto personali.
C’è un’altra statua ne “La Misura di Tutto” ed è la Venere di Willendorf, la più famosa tra le veneri paleolitiche, un potente simbolo del femmineo. I tre la portano via da Pietrasanta, agli inizi del loro viaggio, per ricordarsene solo a Porto Empedocle, quando manca poco per raggiungere Lampedusa.
Considero la sua un’assenza magica, un’energia atavica che torna nella vita di Nina quando tutto – lei compresa – è cambiato.
Torno con qualche altra parola!
Grazie a tutti per avere letto fino a questa riga,
Camilla
Zelda was a writer
La Misura di Tutto
di Camilla Ronzullo
(Magazzini Salani)
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