4 Gennaio 2022

Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina

Camilla - Zelda was a writer

Quel che affidiamo al vento | Zelda was a writerUNA STORIA DI NUOVI INIZI:
LA LETTURA CREATIVA DI “QUEL CHE AFFIDIAMO AL VENTO” di LAURA IMAI MESSINA (PIEMME)

Buone prime ore del 2022! 
Vi scrivo per salutare l’ultimo viaggio compiuto tra le pagine di un libro. 
“Quel che affidiamo al vento” di Laura Imai Messina, nella preziosa nuova versione illustrata da Igort, mi è capitato tra le mani nel momento perfetto. Era lo scorso novembre e mi ero appena ammalata di Covid. Avevo un grandissimo bisogno di storie, creatività e prospettive quando è arrivata la proposta di Piemme di leggere a modo mio questo piccolo tesoro e di riproporvelo attraverso una lettura creativa.

Il nostro cammino è durato ben tre settimane e ne abbiamo parlato su instagramstasera ho deciso di riassumere questa magica esperienza, nella speranza che resti con noi per tutto il tempo in cui ne sentiremo il bisogno. Quel che affidiamo al vento | Zelda was a writer

La vita di Yui e Takeshi, i protagonisti di “Quel che affidiamo al vento” viene spezzata in due in un giorno come tanti, a causa del devastante tsunami giapponese del marzo 2011. Appesi al ricordo di un prima abitato da affetti che sono stati loro tolti con inaudita violenza, vivono in un presente imbalsamato dal dolore e dall’incertezza.

Sarà un immenso giardino chiamato Bell Gardia, sulla Montagna della Balena, raggiunto per puro caso e senza nemmeno conoscersi, a cambiare le sorti della loro esistenza. In questo luogo sospeso, infatti, esiste una cabina con un telefono senza fili che consente a chiunque di liberare la propria voce nel vento. Questo esercizio apparentemente privo di finalità pratiche consentirà ai due di liberarsi e di pensare finalmente a una nuova vita.

Bell Gardia esiste davvero e i destinatari di queste chiamate fluttuanti non sono solo i defunti, ma tutti coloro che si sono allontanati per mille motivi da chi non li ha mai dimenticati. Chi chiama ha bisogno di lasciare andare, di ridare spazio ai pensieri, di ricalibrare i pesi delle proprie mancanze, dei propri sensi di colpa.

Laura Imai Messina racconta la storia di chi fa i conti con i vortici delle assenze, certo, ma anche di chi riparte, mettendo in gioco ogni pezzo di sé, iniziando a regalarlo all’amore degli altri, difendendo la felicità delle cose piccole e impegnandosi nello sforzo titanico di cambiare un destino che appare spesso immutabile, già segnato.

Mentre ti parla del lutto, della perdita di te, del cortocircuito di ogni tuo investimento sull’amore e sulla fiducia, questo libro ti dice anche – e lo dice piano, senza farti male – che ricominciare è possibile. Che quello che sei stato non lo perderai mai, che cercarti in nuovi occhi non ti farà mai dimenticare quelli che si sono chiusi all’improvviso.Quel che affidiamo al vento | Zelda was a writer

“Moriamo tutti, indistintamente, perché siamo vissuti. Moriamo tutti, in fondo, di vita” – scrive Laura Imai Messina in uno dei contenuti più intensi di questa nuova edizione. 

E allora che sia una vita intensa, respirata fino all’ultimo dei nostri giorni.
Che sia una vita che si concede milioni di possibilità e di visioni, che rimetta in discussione ogni quadro d’insieme, ogni più ferma certezza.
Che sia gioia senza sensi di colpa, che non dica addio a nessuno passato, ma lo porti con sé in ogni nuovo presente.


Quel che affidiamo al vento | Zelda was a writer IL TALENTO DELL’ATTESA…

Dopo la morte della madre e della figlia, Yui attraversa per molto tempo un mare in perenne tempesta. Il desiderio di lasciarsi andare alle sue profondità oscure e minacciose lotta strenuamente con un richiamo alla vita che va ben oltre ogni volontà. Si tratta di un sentimento senza nome a cui si affida, ipotizzando l’esistenza di risposte forti a domande mai fatte, a desideri mai espressi a voce alta. 

Il suo sguardo si parcellizza in mille fotogrammi per rendere le visioni d’insieme del quotidiano più accettabili e la fragilità inizia a fare capolino nei suoi giorni come un superpotere: d’un tratto non racconta più la debolezza, ma è la dimostrazione di quanto abbia vissuto, di quanto non sia passato un giorno senza che provasse a fare del suo meglio.

Nel momento in cui la sua anima è attraversata da mille crepe, la fragilità smette di essere il simbolo della disfatta per diventare speranza in tutto ciò che ancora deve venire, nella capacità della vita di rinsaldare le fratture con estrema generosità e anche con un pizzico di fantasia.

E proprio in quel momento, l’attesa – così come la sua contemplazione – inizia ad essere un talento, la piena dimostrazione di una fiducia innata nella vita forte e selvaggia.

 

ECCO LE IMMAGINI DELLA MIA LETTURA CREATIVA

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ECCO COSA STO ASCOLTANDO MENTRE VI SCRIVO…


Grazie per essere arrivati a leggere fino a questa riga. 
Benché io sia una grande amante di liste dei desideri, quest’anno ci auguro solo una pagina bianca da aggiornare mentre camminiamo. Qualcosa che acquisti senso e bellezza solo alla fine, quando ci verrà in mente di controllarla e ci stupiremo di quanta vita ci sia passata sopra. 

Nessun proposito, quindi, ma solo un grande respiro a pieni polmoni. 

Un sorriso, anzi due.
Camilla

Questo progetto è il risultato di una collaborazione con Piemme di cui vado molto fiera. 
Grazie per il sostegno che dimostrate al mio lavoro.

12 Dicembre 2021

#365di2022: un’agenda talismano

Camilla - Zelda was a writer

Buona domenica!
A causa delle recenti avventure che mi hanno messo fuori uso per un po’, arrivo solo ora a dirvi quanto io sia felice di questa nuova tappa nella nostra creatività annuale!
Ecco, dunque, una breve presentazione della 365di2022!

Vi parlo di un’agenda settimanale, è vero, ma anche del desiderio di accompagnarvi per un lungo anno di speranze e progetti. È la cosa che mi riesce meglio: colorarvi la vita e dirvi che ogni piccolo strappo può diventare altro, può trasformarsi magicamente in creatività e parola.

#365di2022 | Zelda was a writer

Poche parole su un appuntamento annuale pensato, sperato e disegnato solo per noi.

La 365di2022 è un’agenda, ma anche un piccolo talismano portatile. Dentro ci troverete tanta speranza e anche la voglia, sconsiderata e bambina, di guardare il mondo con occhi sempre nuovi.

Quest’anno è ispirata alle carte della Loteria Mexicana, agli accostamenti arditi, alla voglia improvvisa di ballare e brindare per cose piccole ma intense. Il tema portante è “Fiesta Y Siesta”, un invito a fare festa, confusione e colore, ma anche a contemplare, a riposarsi, a sospendere il giudizio senza paura. Un invito a portare in gita la nostra parte bambina, a occuparsene con tenerezza e fantasia.

#365di2022 | Zelda was a writer#365di2022 | Zelda was a writer#365di2022 | Zelda was a writerMi piacerebbe viaggiasse per il mondo, per i nostri mondi, e raccontasse a tutti che parole scritte a mano, magie e matite colorate possono davvero cambiare dettagli e sfumature.

I dettagli, tanti dettagli presi insieme, possono cambiare visioni e volontà enormi. Ecco perché non si dovrebbe mai sottovalutare la forza dell’immaginazione ❤️

La tua 365di2022 è qui.

Cliccando su questo link troverete
tutte le informazioni utili a farvi un’idea più chiara su questo progetto creativo.

#365di2022 | Zelda was a writer#365di2022 | Zelda was a writer

Spero che questo tentativo scanzonato ti piaccia, spero viaggerai ancora una volta con me.

Un sorriso e buon anno! Che sia più leggero di quello che stiamo per salutare, che ci regali avventure inaspettate e tanta cura per noi stessi e per chi amiamo.
Camilla

#365di2022 | Zelda was a writer#365di2022 | Zelda was a writer

26 Febbraio 2021

La nostra furiosa amicizia di Rufi Thorpe

Camilla - Zelda was a writer

La Nostra Furiosa Amicizia | Zelda was a writerIL DESIDERIO DI ESSERE SE STESSI:
LA LETTURA CREATIVA DE “LA NOSTRA FEROCE AMICIZIA”
di RUFI THORPE
(BOLLATI BORINGHIERI)

Il mese di febbraio ci ha regalato giornate via via più luminose e l’incontro con due adolescenti buffi e “diversi”, alle prese con il bisogno viscerale e spesso sconclusionato di definire il proprio sé nel mondo.

Michael e Bunny sono i protagonisti de “La Nostra Furiosa Amicizia” di Rufi Thorpe, uscito in Italia da poche settimane grazie a Bollati Boringhieri (traduzione di Claudia Durastanti). Questo romanzo di formazione è una di quelle letture capaci di ricordarci chi siamo stati, quanta fatica ci sia voluta per realizzare il più grande tra i desideri di libertà – essere completamente se stessi – e quanta ancora ce ne voglia per tenergli fede.

Oggi sono qui per dirvi di tenere duro (tra 4 domeniche è primavera) e per tirare le fila del nostro percorso “creativo” nelle sue pagine.La Nostra Furiosa Amicizia | Zelda was a writer

Michael Hesketh, la voce narrante del libro, incontra Bunny Lampert a North Shore, un’oasi americana incastonata tra una discarica, un’autostrada e una raffineria di petrolio. La fortuna di questo sobborgo orgogliosamente WASP è di avere un vento complice, che spinge l’inquinamento lontano dalle sue enormi dimore. A North Shore si conoscono tutti e per essere accettato devi rispondere ai soliti quattro requisiti di “normalità” e opulenza. Meglio che tu sia bianco, popolare e ricco, perché ogni variazione sul tema di queste priorità verrà arginata e punita sul nascere.

Michael ci arriva con il peso di una dolorosa storia familiare sulle spalle, una storia di violenza e pesati omissioni di soccorso. Il  bisogno di essere guardato e capito non ha mai trovato occhi presenti e la scoperta della sua omosessualità, avvenuta quando era poco più di un bambino, non riesce a trovare punti di riferimento, immagini, esempi.

Bunny è il primo grande faro nella tempesta di Michael. In quella ragazza spaventosamente viva, mastodontica e al contempo bambina, lontana mille miglia dalla sua storia, Michael riconosce gli stessi strappi del suo vissuto, quelli che sta tentando di ricucire maldestramente.

Sono entrambi due esseri strani, “fuori norma”, eccessivi, disarticolati. Sono quel dettaglio che rovina la geometria dei giardini, che svuota le piscine per i troppi tuffi. Sono abitati dalla tipica follia delle voci fuori dal coro e da una profonda solitudine.La Nostra Furiosa Amicizia | Zelda was a writer

SE TU MI VEDI, IO ESISTO

Il tema della fedeltà verso se stessi accompagna buona parte delle pagine de “La Nostra Furiosa Amicizia”.

La storia di Bunny e Michael viene guardata dagli occhi ormai adulti di quest’ultimo. Ci viene raccontato un tempo ormai lontano, in un presente di cui sappiamo poco, ma che immaginiamo risolto. Eppure, da lettori, non possiamo fare a meno di sentirci coinvolti nel feroce bisogno che ci viene raccontato, quello di trovarsi finalmente di fronte “alla verità più disadorna e radicale di chi siamo”.

Perché essere se stessi senza limiti significa deludere, perdersi, immaginarsi soli, non avere libretti di istruzioni che possano salvarci dai giorni che verranno, dalle decisioni che prenderemo. Perché questo bisogno di verità non finisce mai di tenerci il fianco, fino all’ultimo dei nostri giorni. È come se dovessimo costantemente settarlo, preda noi stessi dei lacci e delle censure degli altri.

Nell’immediata e liberatoria amicizia tra i due protagonisti del libro di Rufi Thorpe riconosciamo il bisogno di esprimere finalmente la nostra essenza, senza che il timore di non essere capiti, di essere derisi e violati nel nostro pudore vanifichi la costruzione di chi vorremmo davvero diventare.

Questa è l’impresa titanica con cui ogni adolescente si trova ad aprirsi al mondo, ma, se ci pensate, è anche la missione di ognuno di noi. Una missione eterna, in ognuno dei giorni che ci è dato di vivere, nonostante i dati anagrafici, le grandi vittorie professionali, nonostante l’amore che ci viene regalato e che ci regaliamo, nonostante il contesto in cui siamo nati.La Nostra Furiosa Amicizia | Zelda was a writer

La mia ricognizione nelle pagine del libro giunge alla fine, ma vorrei lasciarvi con due immagini che mi hanno abitato per molto tempo dopo averlo terminato.

La prima è legata all’amore di Michael e Anthony. Un amore sbagliato su tutta la linea e non di certo perché tra i due esista una notevole differenza di età. Michael ci si è rifugiato per paura di aprirsi al mondo degli amori giovani, con tutto il carico di incertezze che questi comportano. Rifugge ogni tipo di coinvolgimento, sperando ingenuamente di essere sempre colui che governerà i giochi, le relazioni, il bisogno degli altri. Sperando di non soffrire, di non sentirsi nuovamente solo e disperato.
Contrariamente a quanto si possa immaginare, ciò che rimane di questa relazione clandestina è un sentimento bellissimo che ci dimostra di quanto la vita sia refrattaria a qualsiasi tipo di catalogazione, di evidenza e di limite.

La seconda immagine mi ha riportato alle grandi amicizie della nostra esistenza, quegli intrecci inestricabili che a un certo punto, senza alcuna ragione, si sono sciolti e fatalmente persi nel mare del ricordo. Prima così essenziali e ora privi di qualunque richiamo. Persi per strada con una disinvoltura che, se pensata con il senno del poi, lascia a dir poco interdetti.

Questo romanzo vi ricorderà di quanto imprevedibile e fantasiosa sia la vita e di quanto ci chieda la stessa disposizione a improvvisare in ognuno dei suoi variegati ambiti.
Dalle furiose amicizie agli amori sbagliati fino all’idea che abbiamo di noi… Tutto è in lenta definizione, in perenne cambiamento, dal primo minuto della nostra esistenza.

Ed è questo che vi auguro. Di sorprendervi di continuo, di non fermarvi in una sola casa, di continuare ad abbracciare nuove ipotesi di voi. Vi auguro, insomma, di lavorare senza posa alla creazione della migliore opera d’arte che vi sia mai stata commissionata: la vostra anima.


ECCO COSA STO ASCOLTANDO MENTRE VI SCRIVO…


Al prossimo libro!
Un sorriso, anzi due.
Camilla

Questo progetto è il risultato di una collaborazione con Bollati Boringhieri di cui vado molto fiera. 
Grazie per il sostegno che dimostrate al mio lavoro.

8 Febbraio 2021

Il Libro dei Nomi Perduti di Kristin Harmel

Camilla - Zelda was a writer

Il Libro dei Nomi Perduti | Zelda was a writer

LA DIFESA DELL’IDENTITÀ: LA LETTURA CREATIVA DE
“IL LIBRO DEI NOMI PERDUTI” di KRISTIN HARMEL
(SPERLING & KUPFER)

Accade sempre la stessa cosa: nel momento in cui la #LetturaCreativa di un libro si conclude mi sembra di avere tra le mani una storia nuova. Stesse pagine, stessa trama, ma un nuovo modo di guardarlo, di catalogarlo nel confuso schedario dei miei ricordi. 

È capitato anche questa volta, con il nostro primo incontro dell’anno: “Il Libro dei Nomi Perduti” di Kristin Harmel (Sperling & Kupfer). Ho iniziato a leggere un romanzo d’amore ambientato durante la Seconda guerra mondiale che, alla fine del nostro percorso di analisi, si è trasformato nella coraggiosa difesa dell’identità di ogni essere umano. Non male, non credete?

Ma andiamo con ordine.
Forse non siete tanto presenti su instagram e questa cosa delle “letture creative” vi sembra alquanto bizzarra. Cerco di spiegarvela in poche parole: prendo un libro e lo leggo con occhi e cuore. Lo sottolineo, lo studio e “me lo porto dietro” per un po’, in totale solitudine. Alla fine di questo percorso da lettrice, appaio su instagram e ve lo racconto a modo mio, con colori, fotografie, disegni. Permettendovi di entrare nelle sue pagine, ma senza rovinarvi il piacere della lettura. 

Il nostro viaggio ne “Il Libro dei Nomi Perduti” è terminato la scorsa settimana e oggi sono qui per raccontarvi come è andato. 

Il Libro dei Nomi Perduti | Zelda was a writer

“Il Libro dei Nomi Perduti” narra le le vicende di Eva Traube, una giovane di origine ebraica, che, durante gli anni della Seconda guerra mondiale, salverà numerose esistenze dalla morte, mettendo a serio rischio la sua.

Scappata dai drammatici rastrellamenti di Parigi, Eva si nasconde in un piccolo paesino chiamato Aurignon dove, senza previsione alcuna, decide di unirsi a una rete di falsari di documenti.
Suo padre l’aveva avvertita che presto il suo talento artistico sarebbe stato utile per una grande causa e lei non ha il minimo dubbio che la silenziosa battaglia dei falsari lo sia.

Non le importa che il filo della sua vita sia destinato a restare spezzato per molto tempo, Eva vuole cercare di ricucire le esistenze di donne, uomini e bambini altrimenti destinate all’oblio. Per farlo, non solo ricrea alla perfezione nuove identità, ma custodisce in un vecchio libro di preghiere i veri nomi dei bambini aiutati a scappare oltre il confine.
Perché un giorno la guerra finirà ed è bene che tutti tornino a sapere chi sono stati
.

Il tema dell’identità è la colonna portante dell’intero libro di Kristin Harmel. Il nazismo non ha solo dato vita a un piano di sterminio e profanazione dei corpi – corpi nudi, straziati, invasi, lasciati morire, dimenticati – ma ha lavorato in modo sistematico perché non ci fosse più traccia delle loro storie. 

Benché in balia degli eventi, Eva Traube sa che la memoria di chi è stata è il più potente antidoto contro ogni prevaricazione, contro soprusi e violenze di ogni genere. Perché il senso profondo di chi siamo nasce con il primo capitolo della nostra esistenza, nel ricordo di chi chiamava il nostro nome e in quello di un indirizzo di casa a cui siamo sempre tornati, certi di essere capiti e riconosciuti.

“Il Libro dei Nomi Perduti” è anche una dichiarazione d’amore per i libri. Per tutti, senza distinzione di sorta.

I libri sono prolungamenti delle speranze e del desiderio di estensione che Eva prova da giovane studentessa, ma saranno anche i grandiosi aiutanti del suo lavoro da falsaria. Ogni momento importante della sua vita registra la presenza di un titolo importante, che non regala solo storie, ma che è in grado di custodirne di nuove, trasformandosi in una prodigiosa cassa di risonanza e in uno scrigno inespugnabile.

Non è forse questo che chiediamo ai libri?
Che ci regalino una storia che possa amplificare la nostra, che rispondano a domande spesso incombenti e che sappiano custodire il segreto delle nostre lacrime, dei nostri sospiri?


Il Libro dei Nomi Perduti | Zelda was a writer

ESSERE NELLA STORIA MENTRE QUESTA ACCADE…

“Il Libro dei Nomi Perduti” di Kristin Harmel mi ha spesso fatto pensare alla nostra situazione attuale. Per fortuna c’è davvero poco in comune tra quello che stiamo vivendo noi e gli anni della Seconda guerra mondiale, con l’ondata di bieca violenza che si sono portati dietro. Eppure qualcosa che li accomuna c’è, la chiara sensazione di trovarsi nella Storia proprio mentre questa sta accadendo.

Siamo di fronte a situazioni profondamente diverse, insomma, ma la strana sospensione in un flusso di eventi che ci sfugge di mano sembra la medesima. In entrambi i casi, inoltre, l’essere umano sembra essere vittima di un ingombrante senso di superiorità rispetto a tutto… 

Eva Traube mette in serio pericolo tutto quello che la riguarda. Affetti e certezze vengono spazzati via dall’imperscrutabilità di un periodo oscuro e faticoso. Questa giovane donna non sa come finirà la Storia, non intravede una fine, eppure si butta nello svolgimento, decisa a non rinnegare mai il suo amore per la libertà e il suo immenso rispetto per la vita.

Perché se smetterà di agire seguendo quello che per lei conta più di tutto, quello che le hanno insegnato i suoi amati genitori, il futuro non porterà mai traccia di chi è stata, la cancellerà senza alcun senso di colpa.

E così, nel pieno di una storia su cui non ha alcun potere decisionale, Eva cavalca ogni attimo che le è dato di vivere. Difendendo la memoria e tutte le storie che la compongono. Agendo.

ECCO LE IMMAGINI DELLA MIA LETTURA CREATIVA

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ECCO COSA STO ASCOLTANDO MENTRE VI SCRIVO…


Il 2021 è cominciato con una buona lettura e tante, tantissime riflessioni. Sono davvero felice che la storia di Eva sia capitata fino a noi.
Vi lascio con la certezza di ritrovarvi a breve. Tra qualche giorno, infatti, torneremo a leggere, analizzare, tenerci per mano! 

Un sorriso, anzi due.
Camilla

Questo progetto è il risultato di una collaborazione con Sperling & Kupfer di cui vado molto fiera. 
Grazie per il sostegno che dimostrate al mio lavoro.

 

8 Gennaio 2021

Me, myself and Flex

Camilla - Zelda was a writer

Nella prima parte di questo lunghissimo anno di lavoro da casa ho sentito il bisogno di un computer portatile che potesse seguirmi, se non in giro per il mondo, almeno in ognuna delle sei stanze del mio regno. 

Lo so, sembra un controsenso: quando ero la regina di ogni centimetro del mio indomito cammino (indomito cammino è una licenza letteraria, voglio essere sincera almeno con voi) lavoravo su un fisso e, nei mesi del contenimento della pandemia, mi sono trovata a desiderare con tutta me stessa la mobilità, la leggerezza, la facilità!  

Il desiderio è stato ascoltato e oggi vi scrivo dalla tastiera del mio nuovo notebook Galaxy Book Flexgrazie a una collaborazione nata con Samsung poco prima delle vacanze natalizie.  

Galaxy Book Flex | Zelda was a writer

Son qui per due motivi essenziali. Il primo per dirvi che la legge dell’attrazione evidentemente esiste. Quindi non mi sentirete gridare a gran voce un “chiedete e vi sarà dato”, ma “alzate la posta delle vostre domande al Destino” mi sembra un buonissimo consiglio non richiesto. 

Il secondo motivo della mia presenza sul blog?
Il lavoro su questo piccolo miracolo della tecnologia è andato ben oltre il semplice resoconto e, con lui sempre al mio fianco in questi giorni di lento riassetto dei pensieri, ho iniziato a immaginarmi cittadina del nostro nuovo mondo capovolto.
Insomma, per farla breve: sono qui che scrivo ad alta voce e sarebbe bellissimo procedere in vostra compagnia!

Poter lavorare in ogni angolo della mia casa immersa nel sole, sfruttandone luci e suoni, silenzi e piccoli squarci di cielo azzurro, nuvoloso, invaso dai fiocchi di neve mi è sembrata da subito un’esigenza non trascurabile. E anche un’innegabile fortuna, ci tengo a specificarlo! 

Benché io continui a pensare in analogico, è indubbio che tutto quello che ha a che fare con il mio lavoro, dalle semplici comunicazioni alla creatività, viaggi per moltissima parte lungo strade digitali.

Lo smart working è sempre stata la mia dimensione professionale, ma c’è da dire che prima le giornate erano molto più movimentate e diverse tra loro. Credo sia stata la stasi dell’ultimo periodo a ridefinire il mio lavoro da casa. Ho deciso, per esempio, di non lasciarmi andare alla tuta e alle pinze per i capelli – non tutti i giorni, perlomeno – e di investire in strumenti che mi semplificassero la vita, facendomi arrivare alle mie mete con minore fatica, in un tempo più sano. Ho deciso, insomma, di investire sul mio lavoro.

E proprio mentre ragionavo sul da farsi, è arrivato il mio amico nuovo Galaxy Book Flex… Ditemi se questa non è magia! 

Galaxy Book Flex | Zelda was a writer

Quello che so è che continuerò ad alimentare cambiamento e mobilità. Mi piace pensare di utilizzare il tempo di una giornata per buttarmi a capofitto su un progetto che non mi lascia letteralmente dormire, da quanto è ingombrante, urgente, necessario.

Mi piace pensare di tirare dritto per tutta la sera, se voglio e se gli occhi reggono, per poi indugiare al tavolino del mio bar preferito la mattina seguente, assonnata e sospesa, poco dopo essermi dedicata a una conversazione fiume con il mio edicolante.

Mi piace questa dimensione temporale autogestita, sapere di poter essere ovunque grazie alla tecnologia, ma sapere anche che, proprio grazie alla sua facilità, io possa spegnere ogni bottone della connessione per tuffarmi in un buon libro, nella scrittura di un progetto, in un disegno estemporaneo o nella mail ottocentesca che riservo a una amica lontana. 

Galaxy Book Flex | Zelda was a writerEcco cosa vorrei che succedesse.
Come ogni abitante del Pianeta, vorrei che il mondo tornasse finalmente libero, accessibile, osservabile con tutto il corpo, attraversabile in lungo e in largo, senza paura di essere troppo vicini o, al contrario, troppo lontani per gli standard degli altri. 

Poi, però, vorrei attraversare non solo le nazioni, ma anche le vite degli altri, perdermi nell’osservazione, nell’ascolto, fare del tempo a mia disposizione non una gara al risparmio, ma una piccola opera della produttività, della passione sconfinata, delle mille occasioni agguantate al volto. Non per forza premeditate, non per forza le migliori.  

Vorrei procedere secondo regole tutte mie, che non vanifichino di certo quelle altrui, ma che non ne siano neanche schiave.

E questa fortuna la vorrei per tutti.
Vorrei che la possibilità di riprendersi un tempo proprio coinvolgesse ogni persona. Si tratta di desiderio parecchio difficile nella sua realizzazione, me ne rendo conto, ma so anche che il nostro nuovo mondo al contrario ci ha insegnato senza sconti che tutto è possibile: le oscurità più limacciose, certo, ma anche i voli ambiziosi, quelli che ti fanno abbracciare ogni estensione, che ti fanno avere voglia di essere tuo e di tutti, qui e anche oltre, adesso e pure per sempre. Galaxy Book Flex | Zelda was a writer

Per tornare a questo piccolo gioiello che mi sta permettendo di scrivervi, posso dichiarare senza paura di smentite che siamo in presenza di un notebook versatile e leggero, capace di seguirvi ovunque e di rispondere a ogni vostra esigenza.

Lo mettete sottobraccio e partite. Ah, che bellissima immagine di libertà! 
In fondo, senza uscire da casa, è quello che ho fatto io, nella giornata di smart working ideale che ho cercato di raccontarvi attraverso le foto che vedete.  

La sensazione è che Galaxy Book Flex e io potremo davvero indugiare lungamente al tavolino di un bar, dediti a osservare “la Vita, sempre la Vita”, come diceva il nostro Raymond Carver, sicuri di fare pure bella figura, grazie ai riverberi royal blue della sua cover.

E sarà bellissimo essere in ritardo su tutto e non preoccuparsi della sua ricarica. La batteria, infatti, dura 19/20 ore, il tempo necessario per farsi prendere dal sacro fuoco e scrivere, disegnare, ipotizzare, guardare, appuntare e pure ridere un po’, ché di questi tempi è un fatto importantissimo. E se mai il cellulare dovesse scaricarsi prima di lui, beh, nessun problema: basterà appoggiarcelo sopra e premere Fn+F11. 

Galaxy Book Flex è un notebook, è vero, ma con una disinvolta flessione di 360 gradi si trasforma in un tablet. E, meraviglia delle meraviglie, con un veloce clic, ti permette di estrarre una pennina Wacom (la S Pen) e di scriverci sopra, proprio come ho fatto io su ognuna delle foto di questo post.

Galaxy Book Flex | Zelda was a writer

Insomma, al momento Flex nutre tre delle mie più grandi passioni creative: leggere, scrivere e disegnare. Ma mi ha tenuto compagnia anche nello svago delle domeniche (o forse erano martedì?!) mollemente trascorse sul divano. Gli ho chiesto di mostrarmi un film e lui l’ha fatto egregiamente, visto che ha uno schermo QLED – quello dei televisori, per dirla facile – e un impianto audio chiamato AKG, capace di farti finire dritto dritto nella storia che ti viene raccontata. Galaxy Book Flex | Zelda was a writer

Infine, ma non da ultimo, se anche voi come me siete schiappe certificate in cucina, è abbastanza che lo posizioniate in piedi, in un angolo ben in vista del vostro piano di lavoro e, a schermo pieno, iniziate a seguire le indicazioni per una ricetta da veri intenditori. Non voglio mentirvi: non farà di voi grandi chef, ma di certo vi aiuterà a metterci tutto l’impegno possibile! 

Come al solito ho scritto troppo, ma continuerò a sperimentare la mia nuova amicizia con Flex e a tenervi aggiornati sulle prossime scoperte. 

Grazie per avermi accompagnato in questa felice ricognizione! 
Un sorriso, anzi due! 
Camilla 

Questo progetto è il risultato di una collaborazione con Samsung di cui vado molto fiera.  
Grazie per il sostegno che dimostrate al mio lavoro.